UN MONUMENTO SUL CLIVUS ARGENTARIUS, ANTICA STRADA ROMANA

Le ricostruzioni storiche

Topografia antica e trasformazioni moderne

Il monumento commemorativo dedicato al magistrato edile G. Publicio Bibulo (II sec. a.C.) fu eretto lungo il clivus Argentarius, antica strada romana che collegava le pendici nord-orientali del Campidoglio con la via Lata (via Flaminia).
Il sepolcro, nella sua forma originaria un tempietto in antis con alto podio e cella, restaurato nel I sec. a.C., del quale si conservano il lato ovest e l’angolo sud-ovest, fu eretto poco al di fuori della porta Fontinale delle mura ‘Serviane’, ai margini del più importante quartiere commerciale e abitativo di Roma, che in età repubblicana era ancora caratterizzato prevalentemente dalla presenza di domus.

Da "Forma Urbis Romae" , 1893–1901 di Rodolfo Lanciani. La mappa delinea gli elementi antichi in nero.
Da "Forma Urbis Romae" , 1893–1901 di Rodolfo Lanciani. La mappa delinea gli elementi antichi in nero.

Alla fine del 1400 i suoi resti furono inglobati nella facciata di un palazzo nobiliare situato tra le vie di Marforio e Macel dei Corvi demolito alla fine dell’Ottocento in occasione dei lavori per la costruzione del Monumento a Vittorio Emanuele II (Vittoriano).
Il monumento, risparmiato dalle demolizioni, fu lasciato nella sua ubicazione originaria, con il basamento interrato per due terzi della sua altezza, in corrispondenza dell’aiuola destra del Vittoriano.

Il tempietto in antis

3D reconstruction of Sepulchre of Bibulus - Archeometra

Il sepolcro, la cui sovrastruttura fu restaurata nel I sec. a.C. seguendo i motivi decorativi del precedente edificio, nella sua forma originaria era un tempietto in antis con alto podio e cella, preceduta da un pronao poco profondo.

Il lato breve settentrionale oggi scomparso doveva costituire la facciata con finta porta rivolta verso il clivus.

Al livello inferiore, in corrispondenza del basamento doveva probabilmente trovarsi una porta per l’accesso alla camera sepolcrale interna.
Si conservano il lato ovest e l’angolo sud-ovest con parte del basamento e della sovrastruttura ornata da quattro pilastri in stile tuscanico.

Restano integri un unico capitello con l’architrave e un breve frammento di decorazione con fregio ionico di festoni e bucrani.
Per la costruzione sono stati utilizzati tufo dell’Aniene e travertino.
L’apertura presente sul fianco visibile dell’edificio doveva forse ospitare una statua di G. Publicio Bibulo. Analogamente, si deve immaginare la presenza di una statua dello stesso personaggio o di un suo antenato anche nella nicchia del lato est.