HONORIS VIRTUTISQUE CAUSA
Il Sepolcro di Gaio Publicio Bibulo
Il monumento in restauro fu dedicato all’edile della plebe Gaio Publicio Bibulo, il cui nome ci è noto dall’epigrafe incisa sul basamento (metà I sec. a.C.). In essa è dichiarato che per il suo valore e i suoi meriti (honoris virtutisque causa), per decisione del Senato e volere del popolo, al magistrato fu concesso un monumento edificato su suolo pubblico a titolo gratuito per sé e i suoi discendenti.
Il monumento, un raro esempio attestato a Roma per l’età repubblicana di tempio in antis con alto podio e cella rivestiti in travertino, rappresenta una straordinaria testimonianza per la topografia di Roma antica alle pendici del Campidoglio, prima delle radicali trasformazioni di età imperiale.
I suoi resti, già inglobati per molti secoli nelle strutture di un palazzo nobiliare, furono risparmiati dalle demolizioni realizzate a fine ‘800 per il cantiere di costruzione del Vittoriano.
L'iscrizione dedicatoria






Febbraio 2024- Iscrizione dedicatoria a G. B. Bibulo sul basamento del monumento prima del restauro.
“A GAIO PUBLICIO BIBULO, FIGLIO DI LUCIO, EDILE DELLA PLEBE, IN RICONOSCIMENTO DEL SUO VALORE E DEI SUOI MERITI, PER DECISIONE DEL SENATO E DEL POPOLO È STATO CONCESSO A SPESE PUBBLICHE UN TERRENO PER IL SEPOLCRO, PERCHÉ EGLI E I SUOI DISCENDENTI VI SIANO DEPOSTI”.
Sulle superfici dei due filari superiori di blocchi del lato ovest del basamento è incisa l’epigrafe dedicatoria, oggi parzialmente interrata.
La stessa doveva essere ripetuta sulla facciata del sepolcro, a forma di piccolo tempio in antis, corrispondente al lato breve e disposta a nord.
L’iscrizione pubblica, esempio eccezionale a Roma per l’età repubblicana, è scolpita sui blocchi del lato del basamento oggi rivolto verso il Vittoriano.
Si tratta quindi di un sepolcro pubblico, caso molto raro a Roma, concesso dal Senato per i meriti personali del magistrato, figlio di L. Publicius Bibulus, forse da identificare con il tribuno militare della II legione che aveva preso parte, come ricordato da Tito Livio, alla battaglia di Canne (216 a.C.).


Iscrizione del monumento, da incisioni di Giovanni Battista Piranesi, in Gli Avanzi De’ Monvmenti Sepolcrali Di Roma e Dell’Agro Romano — Roma, 1784
Il monumento di età repubblicana all'ombra del Vittoriano






Alla fine dell’Ottocento in occasione dei lavori per la costruzione del Vittoriano (il monumento a Vittorio Emanuele II) i resti dell’antico sepolcro a G.Publicio Bibulo furono lasciati nella posizione originaria, in corrispondenza dell’aiuola destra del nuovo imponente complesso.